A cura di A. L.
Sabato 7 Aprile la Settemari ha aperto la stagione delle sue uscite mensili (ma anche più spesso se si può) e si è diretta “armi e bagagli” verso al Laguna sud, direzione Cassa di colmata B – Bissaboba.
Col termine “armi” si intendono piròni, cortéi e scugéri, senza dimenticare gòti, bosse e tirabossòni . . .
La serenità della giornata si è fin da subito accompagnata alla serenità d’animo di tutti i presenti che ben presto hanno preso posto nelle imbarcazioni e iniziato a vogare volgendo le prue verso sud, sotto lo sguardo incuriosito e un po’ invidioso (perché i ne cognosse molto ben quei del Cantier!) di coloro che uscivano per una vogatina veloce.
Chiacchiere, sorrisi, incitamenti e “cogionéi” vari ci hanno accompagnati quasi senza sforzo verso l’amenità dei luoghi che, senza fretta e con indifferenza, ci hanno visti arrivare per una prima tappa, una pausa di riflessione doverosa e graditissima.
Si prosegue e si solcano le acque con la stessa placidezza di sempre, mentre l’unico evento che ogni tanto scuote quel leggero torpore che prende i vogatori è il dirigere la barca secondo le anse del canale, mentre i poppieri invitano le “prue” o le “poppe” a un piccolo sforzo in più per riprendere la barca . . .
In tale frangente la natura ci regala il passaggio di più d’uno stormo di Fenicotteri rosa che volteggiano su di noi ed emettono alti versi che ci lasciano stupiti e ammirati.
E’ dal mese di marzo che inizia la fase degli amori (semo sempre drìo parlar de Fenicotteri eh!), momento in cui i maschi attirano le femmine disponibili esibendosi in una pittoresca danza e muovendo ripetutamente i loro lunghi colli. Il fenicottero rosa è un uccello molto rumoroso soprattutto durante il periodo degli accoppiamenti. I maschi infatti, tutti insieme, si esibiscono in una sorta di danza con ritmi abbastanza sostenuti e con grida molto alte dal tono nasale, specialmente in volo.
Alfin siam giunti ! E si danno le ultime dieci battute forte forte per arrivare al massimo di spinta e spiaggare le barche sulla sabbia, quasi a volerle portare con noi anche oltre il loro naturale elemento.
Preso possesso del luogo, con rispetto e cura, ci accingiamo al meritato riposo mentre ognuno, al pari di Fenicotteri un po’ più robusti ma non meno “rumorosi”, esibisce quasi in una danza le cose buone preparate per l’occasione e allestite con belle corrispondenze di gusti, colori e sapori.
C’è chi fa il caffè e chi non ne ha assolutamente bisogno, baciate dal sole e cullate dalle onde . . .
Arriva “l’ora che volge al disìo ai navicanti e ‘ntenerisce il core” . . . Ma quando mai ? !
Senza perdersi d’animo per nemmeno un secondo eccoci di nuovo a bordo e “bordisando, bordisando” evitiamo le “secche e le mote” ritornando verso “polenta” e già si scorge l’isola del tronchetto e l’orizzonte artificiale e animato del Ponte della Libertà.
Anche questa è fatta, e presto accadrà qualcosa di simile, di uguale e di sempre nuovo allo stesso tempo.
Per fortuna certe cose non cambiano . . .