A cura di A.L.
Sabato 16 Giugno la Settemari ha vissuto un’altra serata memorabile organizzando l’ormai classica manifestazione del Fresco notturno.
Nel tardo pomeriggio l’appuntamento in cantiere a S.Alvise ha visto arrivare molti Soci, Socie e amici e il gruppo dei musicisti “Porte ‘perte” Folk folk e va a cui appartiene la nostra Socia padovana Silvia Basaldella e con il quale è impegnata in numerose esibizioni e concerti oltre che in meritorie attività con scopi sociali e benefici. Prendendo posto nelle barche assieme agli altri equipaggi e imbarcati gli strumenti, le vettovaglie e tutte le cose buone portate da casa, il lieto corteo ha preso il largo verso l’isola di Murano dove si sarebbe ricreato il raduno.
Già durante il percorso gli strumenti hanno iniziato a suonare e a far risuonare le acque della Laguna delle loro melodie, accompagnati di tanto in tanto dal coro fatto dai vogatori, con la stessa serenità e velocità delle vogate e del sole che pian piano iniziava a calare.
Spesso nella serata del Fresco notturno l’unica cosa certa è la parola “notturno”. Per quanto riguarda il “fresco” occorre essere un po’ fortunati e non sempre si è raggiunti dalla piacevole brezza delle sere d’Estate. In questo caso invece siamo stati davvero a nostro agio e mentre Murano si avvicinava al nostro sguardo la frescura si è fatta sentire e ha iniziato ad accompagnarci, scortando le barche musicanti.
Entrati in Isola da un canale laterale a nord abbiamo deciso di fare una piccola sosta e a circa metà del canale, dopo aver aspettato che tutte le barche si riunissero, abbiamo accostato e “preso possesso” di buona parte delle rive, stappando alcune bottiglie e mettendoci comodi per ascoltare i musicisti e le loro canzoni.
Il momento è stato davvero emozionante e l’alternarsi di canzoni, musiche, brindisi e battimani ha seguito l’affievolirsi della luce naturale facendo risaltare i colori bianco e blu delle divise Settemari, indossate con naturalezza e familiarità anche dai musicisti.
Al riformarsi degli equipaggi le barche riprendono ad avanzare lentamente e si incolonnano alternando caorline, sandoli, balotine e sandoloni, come quando in uno spartito note diverse per dimensione, altezza e durata formano un’armonia compiuta.
Piegando quindi “a stagando” lungo S. Mattia e la Fondamenta di S. Lorenzo si scorge sempre più e con sempre più meraviglia la Basilica dei Santi Maria e Donato. Comunemente detta Duomo di Murano o San Donato, la stupefacente Basilica ci guarda fin dalla metà del XII secolo, pur essendo molto più antica, e la loggetta absidale questa sera pare quasi sorriderci mentre accostiamo alle rive e l’allegra carovana acquatica si ricompone e rinsalda per accingersi a vivere la pienezza di questa serata fresca e serena . . .
Come sempre e come in un codice non scritto, all’invito iniziale di: “ognuno porti qualcosa“, accade che “tutti portano per tutti”. Ecco allora che al veloce deporre i remi in barca segue il dispiegamento di tutte le bontà che ci è piaciuto preparare e che ci piace condividere, pensando al sorriso di coloro che assaggeranno le nostre pietanze, e al piacere che proveremo ad assaggiare quelle portate da altri; infatti nei primi minuti immediatamente dopo lo scartamento le frasi più frequenti che si sentono sono: chi vuole un po’ di . . . ??? oppure provate un po’ di questo prima che finisca . . . o ancora fammi un piattino con tutto così poi non ti disturbo più !
Così per alcun tempo anche le musiche e le canzoni tacciono per dar modo agli artisti di godere di quelle bontà e mentre qualcuno scende a terra per passeggiare, fare foto panoramiche e ammirare la zona nel crepuscolo avanzato, il notturno si fa sempre più tale e l’oscurità ci avvolge lasciando che solo la Basilica illuminata resti a vigilare sulla nostra allegria.
Riprese le musiche e i cori, gli applausi e l’andirivieni quasi incessante di bicchieri, bottiglie e piattini in perenne equilibrio da far invidia a una compagnia di giocolieri cinesi, si improvvisano delle danze “sur place” e la barca diventa a tratti palcoscenico e a tratti pista da ballo. Qualcuno seduto sulla fondamenta guarda lontano, in cerca forse dei propri pensieri, un’altro fa lo stesso disteso sulla prua di una caorlina, cercando in alto forse i pensieri di qualcun altro . . .
La serata prosegue così, fino al momento di riprendere la strada del ritorno. La luna si è piazzata al proprio posto e ci invita a muoverci sapendo di poter contare sul suo chiarore per seguirne il riflesso sulla Laguna a tracciare il cammino verso il cantiere.
Giunti a S.Alvise il buon Bruno ci aspetta per riporre le barche e ci accoglie con la simpatia e la disponibilità di sempre, il che ci mette nelle condizioni migliori per continuare anche a terra la festa e cantare in cerchio, mentre le ultime bottiglie si schiudono e altri brindisi e canti salgono in alto . . .