C’è ancora! La laguna viva, autentica, naturale, intatta, c’è ancora!
Come scoprirla?
Bisogna partecipare alla gita sociale della Settemari che porta a riscoprire quei tesori ambientali che sembrerebbero persi per sempre, soffocati dall’alluvione turistica.
Quest’anno, il 2 giugno, la Settemari ha riscoperto Valle Perini, 40 ettari di valle da pesca nella laguna Nord, tra il canale Silone e il Siloncello, perfettamente mantenuta dalla famiglia Marchesi che la possiede da decenni e la conduce con i metodi tradizionali, accettando minori rese, pur di conservare il patrimonio naturale.
Una gita sociale perfettamente organizzata, che ha visto la flottiglia Settemari, composta da due Balotine, da due caorline, da un sandolone e da una batea a coa de gambaro, scortata da una barca appoggio con i familiari dei vogatori, attraversare le secche a nord di Murano, la palude del Monte e i canali di Mazzorbetto, per sostare poi in allegria a Torcello, tra lo stupore delle migliaia di turisti scaricati dai lancioni sull’isola.
Ma presto si torna ai remi per combattere con le onde del Silone solcato da centinaia di imbarcazioni a motore, pur di raggiungere la pace di valle Perini. Bastano poche palate dalla confluenza del Siloncello nel Silone, per approdare alla serenità e al silenzio della valle.
Siamo al confine tra campagna e laguna, come ricorda un cippo di conterminazione, ultimo ricordo della Serenissima, che pochi anni prima della caduta nel 1797, volle individuare con precisione i confini del bacino lagunare.
Il casone di Valle Perini sta lì dal 1852, eretto durante l’ultima dominazione asburgica. L’elettricità tutt’oggi non è arrivata e le necessità energetiche sono soddisfatte da un gruppo elettrogeno. L’ingresso si affaccia sul lavoriero, ancora delimitato dalle antiche chiaviche.
Attorno i grandi spazi lagunari e i lagoni che ospitano anche una numerosa colonia di fenicotteri.
Dopo la vogata, la pausa pranzo, arricchita da un iniziale aperitivo e aperta dai saporitissimi bovoleti, è quanto mai apprezzata dai soci Settemari. Alcuni si sistemano nel portico davanti al lavoriero, altri si accomodano nelle antiche stanze rivestite di cannuccia palustre.
La sosta si conclude con i canti della tradizione veneziana e le rievocazioni storiche di Giorgio Suppjei che inquadrano Valle Perini e il suo territorio nei millenni di storia veneziana.
Si riprende la via del ritorno, incalzati da nuvoloni scuri sulla terraferma, sfilando davanti al Monte de l’oro, una motta alberata tra Silone e Siloncello.
La leggenda racconta che lì si nasconda ancora il tesoro dei profughi altinati, in fuga da Attila a metà del V secolo. Fino ad oggi nessun archeologo è riuscito a trovare alcunchè, ma i soci Settemari, novelli Indiana Jones, stanno forse pensando ad una prossima gita sociale, trasformata in caccia al tesoro!