Quando a Sant’Elena si costruivano vagoni
Venezia città di ciminiere. È questa la Venezia inaspettata e sorprendente che Pietro Lando ha fatto scoprire ai soci Settemari in una interessantissima serata, svoltasi nella sede sociale il 19 ottobre.
Con l’ausilio di numerose foto d’epoca, Pietro Lando ha raccontato come nella seconda metà dell’Ottocento e fino alla nascita del Polo industriale di Marghera nel 1917, il centro storico si riempì di stabilimenti industriali per la produzione dei più diversi manufatti, da quelli metallici a quelli chimici, dagli orologi e ai timer ai tessuti d’arredamento ai cotoni d’abbigliamento, fino ai cementifici.
Ma il panorama industriale veneziano presentava anche un silurificio a due passi dalla stazione di Santa Lucia fino ad una fabbrica di carrozze ferroviarie dove oggi sorge lo stadio Pier Luigi Penzo a Sant’Elena.
Insomma durante la Belle Epoque nel centro storico si raggiunse una popolazione operaia di 30.000 soggetti, occupati nel settore secondario.
Un dato quasi incredibile nel 2018 in una Venezia travolta dalla mono cultura turistica che oggi prevale.
L’industrializzazione fu un fenomeno che rappresentò il tentativo di inserire la Venezia storica nel progresso positivista che investì l’Italia e l’Europa nel secondo Ottocento, ma che in laguna ha lasciato poche tracce e che è stato quasi rimosso dalla memoria.
La relazione di Pietro Lando è stata accompagnata da molti applausi per aver riportato d’attualità un recente passato di Venezia e le molte curiosità suscitate hanno poi trovato ulteriori risposte e spiegazioni durante la piacevole cena che ha concluso la serata.