Poche cose riescono a catalizzare il coinvolgimento delle persone come una partita di Calcio in una competizione internazionale. Se poi la sfida si svolge tra l’Italia e la Germania è impossibile non andare a quel 17 giugno 1970 in Messico, dove si giocò quella che fu definita la “partita del secolo”: ITALIA – GERMANIA 4 a 3.
Da allora in questi 46 anni ne sono state giocate tante di “Italia – Germania” ed eccoci qui, ora, in questo Luglio 2016 dove ancora una volta le due compagini si trovano una di fronte all’altra per affrontarsi a viso aperto e col dolce peso della “storia” appoggiato alle magliette.
Come tutti quelli che hanno potuto anche la Settemari ha organizzato la serata, portando all’esterno tavoli, panche, schermo e proiettore, addobbando la zona con un enorme tricolore e accogliendo l’arrivo delle socie e dei soci che si appressavano all’appuntamento.
Tra il riordino della sede (non manca molto, ma in certi momenti è sembrato che i tempi fossero quelli della Sagrada Familia di Barcellona) e lo spostamento dei soprammobili e il faticoso districarsi tra la grande mole di carte e oggetti si è preparato qualcosa per cena in attesa dell’inizio della “battaglia di Bordeaux” cominciata puntualmente alle 21.00 al Nouveau Stade.
Non è facile seguire la partita e cenare senza essere di fronte allo schermo ma di lato; c’è sempre il rischio di di portare la forchetta alla guancia se non si coordina bene il movimento, con esiti comici o dannosi secondo il caso.
Attorno ai tavoli si raccolgono anche passanti e turisti che si fermano un attimo e proseguono, oppure che si appoggiano al muro per seguire l’evento più a lungo e che vengono quindi invitati a sedersi e a partecipare, pur essendo perfetti sconosciuti e non essendo né italiani né tedeschi. Un’ombra di vino illumina i loro volti e assieme al vociare dei soci “esperti e preparati allenatori” e all’andirivieni sorridente delle Settemaresse si ha l’impressione che la sera scenda più lentamente e veramente par di sentire una vocina che dice: “è bello essere qui e adesso” . . .
Tra i NOOOOOOOO ! ! ! ! ! e i PASSA ! TIRA ! DAI ! che all’unisono si alzano dalla “Curva Settemari” e ricadono tutt’intorno il Rio Terà si alzano squilli di tromba da un capo all’altro della tavolata a testimoniare come ci si sia attrezzati per non far mancare il proprio entusiasmo e a qualcuno fanno venire in mente ricordi del Liceo, dove il Manzoni ne Il Conte di Carmagnola scriveva:
( . . .) S’ode a destra uno squillo di tromba;
a sinistra risponde uno squillo ( . . .)
Passa il tempo, la Germania segna, l’Italia pareggia, terminano i tempi regolamentari e iniziano i tempi supplementari, mentre tra il tifo e le risate risuona un tintinnare di bicchieri . . .
Si arriva ai rigori. Già, i rigori . . .
Durante i minuti che precedono l’inizio della subdola cerimonia dei penalty qualcuno si alza per sciogliere la tensione o le articolazioni, qualcuno sparecchia un poco (è assolutamente vietato sparecchiare durante le fasi di gioco e la casistica dice che molti divorzi sono iniziati così . . .) e qualcun’altro (i Consiglieri) ne approfittano per ripercorrere e definire questioni organizzative in vista dei prossimi eventi Settemari da proporre ai Soci e ai simpatizzanti.
Scelta la parte del campo dove si effettueranno i tiri dal dischetto anche noi ci posizioniamo per seguire i duelli tra portieri e rigoristi e se potessimo inserire in sottofondo una melodia di Ennio Morricone parrebbe davvero di assistere a una sequenza da film Western, dove il buono e il cattivo danno vita alla sfida finale e quale sia l’uno o l’altro dipende dalla nazionalità di chi guarda . . .
Non si muove una foglia (veramente!) . . . Tutti in silenzio . . . Le Settemaresse incollate alla sedia, occhi grandi e bocche semiaperte . . .
Nella mente di molti passeggiano queste frasi: “Tirerà a sinistra o a destra? E il portiere si tufferà a destra o a sinistra?” (Ma quale sinistra? La sua o la tua che stai guardando?)
“E adesso io che faccio? Mi verso un grappino o una Sambuca?”
Tutti i dilemmi vengono sciolti e trovano una soluzione o un epilogo e come sia finita lo sappiamo tutti . . .
Mentre si ripongono le tavole, le panche, il proiettore, e mentre un lembo della grande bandiera tricolore si ammaina da solo toccando terra si commentano stancamente gli ultimi minuti e le ultime immagini, senza perdere allegria e con un po’ di dispiacere per qualcosa di importante ma tutto sommato sopportabile che non è riuscito se non in parte a scalfire la bellezza delle ore passare assieme. I saluti e i ringraziamenti delle persone aggregate alla compagnia ci fanno sentire orgogliosi di aver accolto e ospitato i “foresti” e certi di aver contribuito a far vivere loro un aspetto di Venezia che arricchirà i loro ricordi.
Il vero dispiacere semmai è il non avere un motivo per rivedersi ancora davanti a una partita della Nazionale tra pochi giorni, una bellissima scusa come un’altra per ritrovarsi e fare e dire le stesse belle cose di sempre, che ogni volta tornano nuove e fanno scaturire sorrisi sinceri e scintille negli occhi. Ma ci rifaremo, in tutti i sensi! Perché la Settemari tra le parole “dare” e “avere” sceglie “condividere” e forse è questo il risultato più sorprendente e per alcuni assolutamente imprevedibile tra i tanti pronostici e le tante scommesse che si possono fare . . .
Se qualcuno vi chiederà “come è finita ITALIA – GERMANIA?” voi rispondete: “HA VINTO LA SETTEMARI!“