La Voga alla veneta

Pagina a cura di Lino Todaro   EPSON scanner image


In queste pagine cercherò di darvi qualche indicazione teorica di come si dovrebbe vogare, con vocaboli, foto e spiegazioni  attinenti alla voga. Queste note  propedeutiche serviranno a poco se poi non si metteranno in pratica. Per  le varie  spiegazioni  ci  aiuteremo  con  il  volume  ” LA VOGA VENETA” edito dal comune di Venezia a cura di Silvio Testa.

A Venezia tra “remare” e “vogare” c’è una sostanziale differenza, anche se le due parole sono sinonimi, remare è muovere il remo per muovere la barca, mentre per vogare si intende che il vogatore sappia portare la barca anche ad un remo e soprattutto, fare le manovre per modificare la direzione della barca in tutte le situazioni, capire vento e maree,  prevedere le manovre necessarie per fare gli attracchi  e partenza dalle rive con maestria, e soprattutto muoversi con eleganza  in  tutte le  situazioni.

Intanto diamo un’occhiata qui sotto per famigliarizzare  con gli attrezzi che ci permettono di praticare la voga.

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vedi ————–>FORCOLE E REMI

Visto i vari tipi di forcole e remi, capito come si riconosce il remo da prua e il remo da poppa, vediamo alcune regole e cose da sapere prima di incominciare a vogare

      IL REMO – QUESTO SCONOSCIUTO

Come già detto il remo muove la barca perciò, la prima cosa da capire  è come deve essere adoperato per sfruttare al massimo le sue potenzialità. Il remo ha una forma che immerso in verticale spinge il massimo d’acqua, in orizzontale il minimo.  Tra orizzontale e verticale c’è una quantità di variazioni, cioè il remo a 45° avrà un rendimento pari a metà di quello verticale, e via via secondo le inclinazioni. Si può dire che se spingo con il remo a 45° è come se vogassi con un remo di 9 cm di pala invece dei 18 normali, ma siccome il remo ha sempre 18 cm e la forza di spinta è sempre uguale gli altri 9 cm contribuiscono a spingere la barca verso giù se la pala è inclinata in avanti o verso su se la pala è inclinata indietro, così oltre a spingere con un remo ridotto si affonda o si alza la barca contribuendo a fermarla. ( Quando una caorlina affonda di due dita sposta ca. 300 Kg di acqua, come 4 persone sedute) Seconda condizione, il remo deve andare sott’acqua per tutta la superfice della pala, perciò se si voga con la forcola troppo alta il remo non può essere immerso a sufficienza a meno che non si alzino troppo le braccia con conseguenza poi di dolori alle spalle e l’impossibilità di appoggiare il peso del corpo sul remo, al contrario si deve tenere una posizione “chinata” con dolori alla schiena e sempre  l’impossibilità di appoggiare il peso del corpo sul remo. Un metodo empirico per capire l’altezza della forcola è mettersi in posizione di voga, gambe divaricate,  corpo dritto appoggiato alla gamba davanti, braccia a penzoloni col remo in mano appoggiato alla forcola, in questa posizione la punta della pala del remo deve essere a 10/15 cm dall’acqua, se ci sono onde anche un po’ di più . Terza condizione è la lunghezza della vogata, se le altre sembrano complicate questa le supera tutte pur sembrando la più semplice, perché qua interviene il vogatore, e se i movimenti non sono quelli giusti si perde una buona percentuale di efficacia, si fatica per niente e si fa muovere la barca (inteso come rollio o beccheggio). Regola da non dimenticare mai;  “ la barca va  più veloce quando scivola sull’acqua” non deve beccheggiare, rollare o andare a zig zag, ogni movimento che non sia in  avanti toglie abbrivio alla  barca. Per questo ci  deve essere un “assieme” tra tutti i vogatori, cioè movimenti  e spinte uguali  e  allo stesso  momento. Vedremo più avanti la tecnica giusta. Cominciamo con l’analizzare la voga da prua, che se anche e meno dinamica di quella da poppa, (nel senso che è più statica come posizione) e sembra la più facile (sembra!!!), è la forza che porta avanti la barca e saper sfruttare al massimo il rendimento con il minimo sforzo fa la differenza tra i vari vogatori.

 vedi ————–>    VOGA A PRUA

Abbiamo visto tutto ? Basta fare come lui e diventeremo dei piccoli Ciaci. Però non è sufficiente imitare ma bisogna anche capire il perché dei vari movimenti e posizioni 1° perché: il braccio interno deve essere aderente al corpo? Se si guarda la posizione del braccio interno del vogatore prima dell’attacco, il remo, nella posizione dove è tenuto dalla mano è più basso del gomito,  se il braccio spinge in avanti, facendo perno sulla spalla, cioè non alzando il gomito, la spinta si sviluppa verso prua. Se invece il gomito si alza, facendo cerniera sulla spalla, il gomito si alza di più restando sempre più alto del remo, così alto è impossibile girare il polso per impalare il remo, e la spinta è dall’alto verso il basso affondando la barca. 2° perché: il piede davanti deve essere in linea con la barca? essendo la gamba davanti quella che sostiene il vogatore (quella dietro serve solo per spingere), per appoggiare il corpo sul remo e buttarsi in avanti, bisogna necessariamente piegare il ginocchio, il movimento naturale è quando piede, ginocchio e anca sono in linea, se il piede davanti e divaricato verso l’esterno non si trova più in linea col ginocchio per cui deve fare un movimento sbilenco e non può completare la flessione al massimo, con conseguenze anche dolorose. 3° perché: è importante l’attacco della vogata? questo momento è decisivo per la riuscita di una vogata lunga e potente, vediamo questo grafico;                                              spinta la posizione 1,2,e,3 è quasi perpendicolare con la barca, cioè la spinta è tutta in avanti (perciò massima), poi le altre posizioni sono sempre più traversali  e meno efficaci ed è poco produttivo fare fatica per avere meno spinta, dunque  si deve spingere di più sulle  prime posizioni (anche perché è il momento che la barca perde l’abbrivio perciò è più “pesante”) e sapendo che solo piegando la gamba davanti buttiamo (nel vero senso della parola) tutto il peso del corpo sul remo, quasi senza spreco di energie, sarebbe controproducente non approfittarne, e poi quando la spinta del corpo finisce spingere con le braccia  per accompagnare la barca già avviata. E’ sbagliato spingere prima con le braccia  e poi con il corpo, le  braccia non ce la faranno mai a competere con il peso del corpo.   voga-remo 1 Scomponiamo la vogata in, A è l’attacco, B è la passata, C è il finale, è intuitivo che più corto Sarà il tempo di A e C più lungo sarà B, e più lungo sarà B  più si spingerà la barca. Per accorciare la fase A (detta anche “impalare” o in Buranello ” il colpo del gatto”)  il movimento deve essere molto deciso e velocissimo, se fosse lento il remo si “impalerebbe” oltre la forcola e si perderebbe sulla lunghezza della passata, ma soprattutto si perderebbe il momento di maggior spinta in avanti che come detto è quando il remo è perpendicolare alla barca e quando tutto il peso del corpo appoggia sul remo spinto dalla  gamba dietro. Per accorciare la fase C si devono tenere le braccia in linea con le spalle fino alla fine della distensione senza appoggiarsi sopra il remo e ritornando solo spingendosi  sulla gamba davanti. Il ritorno dovrà essere veloce per prepararsi all’attacco successivo . Quando si voga lentamente si riesce a gestire abbastanza bene le varie fasi della vogata ma a 40 colpi al minuto, quando si è in regata e la vogata dura 0,75 secondi,  non è facile ottimizzare questi decimi di secondo. Ovviamente chi meglio ci riesce più veloce corre.

Saper vogare bene e ottimizzare i movimenti per fare meno fatica inutile e importantissimo specialmente per fare vogate lunghe o regate, voglio farvi un esempio della differenza appunto tra il vogar bene e male. Consideriamo che vogare bene o male si fa la stessa fatica, cioè s’impiega la stessa energia, è il risultato che cambia. Poniamo 2 barche uguali con lo stesso numero di vogatori, che abbiano la stessa forza, nella barca 1 tutti sono provetti vogatori, nella 2 non vogano bene, (spingono solo con le braccia, ”i tagia fete de salame”, sono lenti nell’attacco, non portano la barca dritta, ecc.), la 1 barca ogni vogata avanza di 5 metri la 2 di 2,5 , vanno a fare un giro assieme e vediamo che la barca 1 dopo mille vogate ha fatto 5 km , poniamo in un’ora, la barca 2 fa 2,5 km, perciò dopo un’ora ha fatto metà strada, e per arrivare a 5 km deve fare altre 1.000 vogate e un’altra ora per arrivare a 5 km. Se la barca 2 volesse arrivare assieme con la 1 dovrebbe aumentare la velocità al doppio, perciò fare 2.000 vogate in un’ora, ma sappiamo che, per una legge fisica,  se raddoppi la velocità di qualunque oggetto devi quadruplicare la potenza, perciò nel primo caso si fa doppia fatica e si impiega il doppio di tempo, nel secondo caso s’impiega lo stesso tempo ma si fa una fatica quattro volte superiore. E questo è il motivo perché c’è sempre uno che arriva primo alle regate.

 vedi ————–>VOGA A POPPA

“L A I”, BARICENTRO e ABBRIVIO

Cerchiamo di spiegare queste tre parole importanti specialmente per il poppiere. Il “lai” in veneziano significa lato che sarebbe il fianco della barca, in generale entrambi i fianchi,
(ighite al lai) vuol dire legati al fianco indipendentemente destra o sinistra, però in barca per vogare bisogna specificare di quale lato si parla, “lai” da prova è la parte sinistra , “lai” da poppa è la parte destra , se si dice solo “lai” (dame el lai o voga al lai) si intente solo il lato poppa . Quando si voga su barche da due , da quattro o da sei il “lai” e importante primo perché la barca restando inclinata affonda lo spigolo del fondo e ciò contribuisce ad avere più stabilita e meno scarroccio, e poi agevola il poppiere a fare meno fatica. Per spiegare questo bisogna prima sapere come funziona il baricentro della barca ,

il BARICENTRO è il punto dove fa perno la barca quando gira

ed è importante per capire come si muove una barca in un fluido come l’acqua, il  baricentro si trova nel centro  in cui l’opera viva sposta l’uguale peso o volume di acqua dei quattro lati numerati sul disegno, che in una barca più o meno corrisponde al centro della barca,, E’ ovvio che se si spostano i pesi il baricentro si sposta, se il peso è più a prua si dice ‘inprovada’, se è più a poppa si dice ‘inpopada’, noi possiamo considerare il baricentro più o meno al centro su una barca di pari vogatori questo si può constatare facilmente, quando si è a fianco ad una riva, se ci si spinge al largo con la poppa la prua va a sbattere sulla riva al lato opposto.

Nel caso la barca abbia il “lai” perché il provino pesa di più o perché il poppiere si sposta verso la forcola l’inclinazione farà spostare il baricentro verso desta e, a parte la stabilità, affondando lo spigolo del fondo anche una parte del fianco andrà sott’acqua che essendo più largo, la parte destra dell’opera viva diventerà più curva (più arcuata, cioè asimmetrica dalla parte destra) e sposterà più acqua, in questo caso il peso dell’acqua spingerà a sinistra la barca e più “lai” ci sarà e più la barca girerà a sinistra, è lo stesso concetto della gondola solo che questa è costruita asimmetrica con il fianco sinistro più tondo così l’acqua spinge la gondola a destra agevolando il gondoliere nella “staia”.

L’ABBRIVIO è il movimento di una barca che continua dopo averla spinta, ed è molto importante e se usata bene aiuta specialmente il poppiere sia a un remo che a più remi, intanto si deve sapere che  quando la barca comincia a fare una curva sia a destra che a sinistra, ha un’ abbrivio in avanti secondo il suo moto e anche uno di rotazione intorno al baricentro, perciò quando si curva, e per la forma della barca, come si vede nel disegno,

l’impatto dell’acqua e più evidente a prua che a poppa e il peso di quest’ acqua da un’ulteriore spinta in torsione sul baricentro e come si è visto per il “lai” la barca gira più facilmente dalla parte opposta, ed a un certo punto l’abbrivio diventa più forte della forza di spinta del remo e la barca va oltre l’angolo di curva che si voleva fare, cioè “ti perdi ea barca”.

A proposito di questo effetto una cosa che non dovrebbe mai fare un poppiere è tenere la barca “sui brassi” del provino quando vogando in linea retta tiene la prua girata a sinistra ,cioè a ‘premando’ .

Il poppiere oltre al “lai” ha anche un’altra possibilità di aiuto per ‘tenere la barca premando’, per questo bisogna conoscere l’angolo di spinta del remo

come si vede il remo (rosso) in posizione 1 spinge quasi parallelo alla barca ma essendo la forcola arretrata rispetto al baricentro darà una spinta traversale dando alla barca un movimento rotatorio, più il remo si sposta indietro più la spinta è traversale e più il movimento rotatorio aumenta, praticamente più il vogatore si sposta verso il baricentro e più farà girare facilmente la barca, ed è da notare anche che il vogatore spostandosi verso il centro aumenta il “lai” e come abbiamo visto sposta il baricentro a destra .

VENTO, CORRENTE, ONDE

Un bravo poppiere deve anche capire questi tre elementi e come comportarsi, il vento è quello che incide di più sulla voga, riesce a spostare, deviare o frenare la barca in misura maggiore della corrente e sapere la direzione da dove arriva è importante. Quando il vento è di traverso si dice “go el vento in forcola” ovviamente lo dirà il provino se il vento arriva da sinistra e il poppiere se arriva da destra. In questi casi l’andamento della barca sarà di girare sempre verso dove arriva il vento, perciò se arriva da destra farà più fatica il poppiere, se arriva da sinistra farà più fatica il provino. Per la corrente l’effetto è meno evidente, e contrario al vento, se viene da sinistra ,come abbiamo visto sopra con l’abbrivio, l’impatto con l’acqua spinge di più a prua e la barca gira a destra e al contrario se viene da destra. Per le onde purtroppo c’è poco da dire, bisogna aver equilibrio, anche se qualche cosa si può fare, per esempio abbassare il baricentro del corpo. Cerchiamo di capire cosa fa perdere l’equilibrio, ovviamente l’oscillare della barca, se noi facciamo un paragone con il palo di un barca a vela noteremo che se il fondo della barca oscilla di 10 cm in cima l’albero oscillerà di un metro perché l’albero e fisso sotto e rigido, perciò il vogatore non dovrà essere rigido sulle gambe e non tenerle allargate perché favorisce le oscillazioni, le gambe dovranno essere divaricate però in linea e dovranno ammortizzare l’oscillamento muovendo solo il bacino e piegando leggermente le gambe a seconda dell’onda, il busto e le spalle dovranno restare dritte tenendosi aggrappato al remo.

  vedi ———->VOGA A UN REMO

 

vedi ——–> IL LIBRO DEI NODI

a presto e saldi in poppe

 

Programma per GENNAIO

Giovedi 2 ore 15 in cantiere
PRIMA VOGATA DELL’ANNO

Lunedì 6 ore 13 Sede
ASPETTANDO LA BEFANA
pranzo, proiezione film,
lotteria di beneficenza

Venerdì 17 ore 18 in sede
NATO IN BARCA  di Silvio Testa
Palmiro Fongher re del remo

Domenica 19 sale Apollinee FENICE
VENEZIANO DELL’ANNO

Sabato 25 e Domenica 26 a PAVIA
I GIORNI DELLA MERLA
Risalita del Ticino

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La Voga alla veneta

Un’introduzione a come vogare

a cura di Lino Todaro.

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